Progetto Emma per l’empowerment e l’autonomia di donne migranti rifugiate e richiedenti asilo
Il Centro Antiviolenza e Antitratta “Libere Da Libere Per”, ha partecipato da Agosto a Dicembre 2022 al progetto EMMA, finanziato e in partnership con l’UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati. Sono state accolte e sostenute 103 donne richiedenti asilo e rifugiate, tra cui anche donne afghane e ucraine costrette a cercare rifugio in Italia a seguito della guerra nel loro paese.
Il progetto è stato maggiormente realizzato all’interno di un immobile di 120 mq nel cuore di Roma, in Via Pompeo Magno 6: un immobile, sequestrato alla criminalità organizzata dal Tribunale di Roma, e assegnato alla nostra Associazione che si è adoperata attivamente per dargli una nuova vita ed identità. E’ stato infatti trasformato in uno spazio accogliente ed inclusivo, che rappresenta insieme sostegno, sicurezza e diritti per donne in fuga dalla violenza e dalla tratta di esseri umani a scopo di sfruttamento sessuale, lavorativo o secondario, accattonaggio forzato, economie illegali.
Attraverso un approccio multidisciplinare, l’équipe di progetto composto da figure esperte specializzate negli indicatori transculturali dell’esperienza di vittimizzazione, ha avviato un insieme organico e integrato di interventi ed iniziative volti a garantire alle donne accolte una fuoriuscita efficace dallo sfruttamento e dalle violenze di genere, accompagnandole lungo un percorso finalizzato alla condivisione dei loro bisogni, al graduale superamento delle criticità e vulnerabilità esperite, nonché al recupero di un senso di autonomia, autoefficacia, autodeterminazione e potenzialità individuali.
Particolare attenzione è stata rivolta all’emersione della tratta e della violenza di genere, riformulando e rielaborando le esperienze delle donne in una prospettiva femminista e intersezionale, nel tentativo di restituire loro maggiore consapevolezza in merito ai propri valori, alle proprie competenze e alla titolarità dei diritti fondamentali in un’ottica di riconoscimento sia a livello istituzionale sia a livello politico della gravità del fenomeno e della violazione dei diritti delle donne e ragazze sopravvissute.
I colloqui con le donne si sono concentrati maggiormente sull’emersione e l’elaborazione dei vissuti di violenza di genere e di tratta in un’ottica di empowerment, e nel corso degli stessi le operatrici del Centro hanno avuto modo di conoscere e supportare i bisogni delle sopravvissute nell’ambito dell’informativa sui diritti, dell’assistenza legale, dell’accesso alle procedure di Protezione Internazionale, della salute (incluso le MGF), dei documenti, della residenza, dell’occupazione, della condizione abitativa, delle specifiche problematiche correlate ai minori etc. Unitamente ai colloqui, sono state messe in atto azioni di supporto ai bisogni delle donne facilitando l’accesso delle stesse ai propri diritti fondamentali in Italia.
Con il supporto e l’assistenza dell’équipe, le donne hanno ricostruito le caratteristiche del progetto migratorio forzato, ivi comprese le modalità di reclutamento, sfruttamento e asservimento all’interno della relativa rete criminale, di modo da agevolare l’identificazione dei percorsi psico-sociali e giudiziari più auspicabili per il singolo caso. Le diverse figure professionali coinvolte nel Progetto hanno proceduto in maniera sinergica e congiunta, accogliendo le donne con modalità di ascolto attivo ed empatico, incoraggiando, secondo le proprie competenze, l’emersione profonda dei vissuti (partendo dai paesi di origine, in quelli di transito e di destinazione) e l’ideazione condivisa di un progetto individuale e personalizzato, poi seguito nelle sue varie fasi da diverse specialiste, che operano con una metodologia lavorativa multidisciplinare, imperniata sulla volontà ed autodeterminazione delle donne.
Per promuovere e incentivare nelle donne vittime di violenza di genere e di tratta un senso di appartenenza socio-culturale e così mitigare gli effetti marginalizzanti della vittimizzazione, l’équipe del Centro, si è impegnata attivamente per garantire alle donne, ospiti e accolte, la possibilità di intraprendere attività o percorsi formativi finalizzati all’acquisizione o l’approfondimento della lingua italiana.
Riguardo l’ambito occupazionale, è stato fornito un percorso personalizzato di formazione professionale e/o inserimento lavorativo per avviare, sostenere e potenziare i percorsi formativi di 65 donne, contribuendo concretamente a realizzare i progetti, costruiti insieme alle donne, di emancipazione e di autonomia. La ricerca attiva del lavoro è stata fortemente incoraggiata e supportata dal Centro per il raggiungimento di una sempre maggiore emancipazione ed empowerment.
La violenta crisi dovuta alla pandemia globale Covid-19 ha reso queste donne ancora più invisibili e vulnerabili ed è proprio in questa circostanza di grande fragilità che il progetto EMMA si è impegnato per risolvere l’impasse nelle politiche di intervento, causata dalla gravissima crisi in atto, e mitigarne gli effetti sui soggetti più esposti. Le donne alle quali il progetto si rivolge sono donne richiedenti asilo e rifugiate che si trovano in una condizione di forte vulnerabilità, con difficoltà a raggiungere livelli di sussistenza di base e ad accedere alle informazioni e alla tecnologia, dunque più esposte a contrarre infezioni e maggiormente a rischio per altre problematiche legate alla salute fisica e psicologica, la cui marginalità è stata senza dubbio acuita dalla pandemia.
In due centri di accoglienza straordinari (CAS) è stato istituito uno sportello con la presenza delle operatrici del progetto con lo scopo di favorire a agevolare l’emersione della tratta e della violenza di genere. Inoltre l’équipe, in collaborazione con l’UNHCR, ha offerto agli operatori dei CAS una giornata di formazione propedeutica alla costruzione e all’avvio del suddetto sportello rivolto all’emersione della tratta e della violenza. Durante gli incontri sono stati condivisi obiettivi, strumenti e metodologie di lavoro con lo staff per facilitare l’avvio di queste nuove attività. In seguito ai colloqui di emersione, nel pieno rispetto delle volontà e tempistiche delle donne, alle vittime di tratta e di violenza è stato proposto di intraprendere un progetto multidimensionale di fuoriuscita e affrancamento dal fenomeno, nonché accoglienza, accompagnamento e supporto in tutte le sue fasi e circostanze.
L’équipe del Centro ha organizzato tre workshops con associazioni di donne richiedenti asilo e rifugiate operanti in Italia, che sono stati occasione di condivisione e di riflessione sulla necessità di portare alla luce le realtà di molteplici violenze e sopraffazioni vissute dalle donne. I workshops hanno rappresentato non solo dei momenti molto importanti di confronto e condivisione ma anche di accoglienza e indirizzamento dei bisogni rilevati. Lo scopo di questi preziosi incontri è stato anche quello di offrire degli strumenti utili ai referral in relazione alle donne che si rivolgono alle proprie comunità per chiedere aiuto rispetto alla violenza di genere e sfruttamento subiti e ai quali sono esposti o potenzialmente esposti anche in Italia.
Inoltre, in questo periodo, sono stati realizzati tre incontri peer-to-peer tra le donne accolte: durante ogni incontro ci sono stati momenti di grande condivisione ed emotività. In particolare, durante la narrazione delle storie, è emerso un forte sentimento di sorellanza, di solidarietà e di vicinanza, dove le sopravvissute si sono supportate e rafforzate a vicenda. I gruppi peer to peer hanno rafforzato inoltre le donne a superare stigma e vergogna e le hanno aiutate a migliorare il senso della propria auto-efficacia.
Tra le attività del progetto, sono stati ideati e realizzati tre affiancamenti al Centro, coinvolgendo tre donne richiedenti asilo e rifugiate: tale esperienza è stata finalizzata alla condivisione della nostra metodologia di lavoro e l’appropriarsi di strumenti necessari al riconoscimento e al contrasto della violenza di genere. Le affiancatrici hanno così potuto appropriarsi di strumenti utili e trasferibili alle comunità di origine con lo scopo di rafforzarle e potenziarle.
Il progetto EMMA è riuscito a rispondere in maniera capillare alle richieste d’aiuto e ai bisogni primari delle donne richiedenti asilo e rifugiate incontrate, consolidando i rapporti con le istituzioni, incrementando l’azione sinergica con altre organizzazioni, anche informali, della società civile e intensificando i rapporti di rete con i servizi territoriali.
Il Progetto EMMA proseguirà anche durante l’anno 2023 offrendoci la possibilità di continuare a lottare affianco alle donne richiedenti asilo e rifugiate, garantendo e restituendo a tutte una vita dignitosa nel pieno rispetto dei loro diritti fondamentali.