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Processo Talluto: Differenza Donna chiede risarcimento del danno

Valentino Talluto, a conoscenza della sua malattia sin dal 2006 e consapevole del rischio di trasmissione, ha violato i diritti e l’integrità psicofisica di 53 donne tacendo dolosamente la sua patologia e imponendo rapporti sessuali non protetti. Le donne ci hanno riferito del dramma e del dolore che vivono perché costantemente a rischio di vita e ciò a causa del comportamento prevaricatore dell’untore. 

La sua condotta ha provocato un Cluster epidemico: è statisticamente accertato che un malato di HIV durante la propria vita può infettare da due a cinque persone e l’imputato ad oggi risulta averne infettate 34. Inoltre, data la potenzialità espansiva del virus e i lunghi tempi di incubazione che vanno da 5 a 10 anni, non si possono escludere che altre donne siano state infettate.

Sulla base delle statistiche raccolte da UNWomen (Gender Equality And HIV/AIDS Comprehensive Web Portal for Gender Equality Dimensions of the HIV/AIDS Epidemic), la trasmissione dell’HIV e l’insorgenza dell’AIDS costituiscono questioni fortemente connotate dal genere e colpiscono in maniera sproporzionata le donne.

Dei 37 milioni di adulti contagiati nel mondo, 18,9 milioni sono donne. La trasmissione dagli uomini alle donne è due volte più frequente di quella da donne a uomini.

Il comune denominatore dei fattori che determinano un così alto rischio di contagio di HIV/AIDS da parte delle donne è lo squilibrio di potere che connota le relazioni uomo-donna.

Dalle ricerche emerge che l’HIV e l’AIDS sono virus e malattie definite «di comportamento» (behaviors desease), cioè insorgono in base al comportamento individuale, dal momento che si trasmettono da persona a persona per comportamenti sessuali non sicuri.

Tutti i comportamenti, in particolar modo quelli nella dimensione sessuale, sono fortemente condizionati dalle relazioni di potere che storicamente connotano la relazione uomo/donna. Le donne, proprio in ragione della discriminazione di genere che continuano a vivere anche nelle relazioni di intimità, sono ritenute dalla comunità scientifica più esposte all’HIV/AIDS e con meno risorse per proteggersi.

Talluto è stato lucido e intenzionale in tutte le modalità di approccio per carpire la fiducia delle donne: non riferiva loro delle altre relazioni che contemporaneamente aveva, mostrava certificati falsificati che attestavano la sua negatività all’HIV, o le ingannava dicendo che era un donatore di sangue, e arrivava persino a presentarsi alle famiglie di alcune di loro per provare che le sue erano “intenzioni serie”.

Le menzogne erano sempre le stesse. Diceva di essere allergico al lattice e arrivava a rimproverarle perché non si fidavano di lui, e/o di essere egoiste perché gli chiedevano rapporti sessuali protetti. Ciò è rappresentativo dello squilibrio di potere messo in atto dal Talluto avallato da un modello culturale di relazione sessuale uomo/donna che condiziona le donne a privilegiare il piacere maschile rispetto ai propri desideri e alla propria volontà.

L’imputato ha commesso una strage sociale ai danni delle donne, utilizzando l’atto sessuale come un’arma per ledere la libertà e l’integrità psicofisica delle stesse e violando i loro diritti umani. Questi fatti sono da inquadrare certamente in un contesto storico-sociale differente da quello dei conflitti di guerra, ma sempre di guerra alle donne si tratta, seppure «a bassa intensità», come afferma l’antropologa Rita Laura Segato, perché non condotta a livello pubblico-istituzionale e su larga scala, bensì nelle relazioni individuali.

La condotta di Talluto rileva nel quadro delle discriminazioni contro le donne che l’Associazione Differenza Donna mira a sradicare dalla società: l’epidemia di HIV procurata dall’imputato costituisce un’aggressione pianificata contro la libertà delle donne nella loro sfera sessuale, dimensione primaria attraverso cui è passata e passa l’oppressione delle donne nella storia.

Differenza Donna ha come finalità statutaria promuovere attraverso molteplici azioni un profondo cambiamento sociale e culturale per sradicare la cultura sessista e misogina e per affermare la piena realizzazione dei diritti inviolabili delle donne.

Tale processo di avanzamento della società trova arresto ogni qualvolta condotte come quelle in oggetto non vengano lette nel continuum di sopraffazione maschile sulle donne che attiene alla modalità di relazione degli uomini con le donne e alla strutturazione dei rapporti politici e sociali (Kelly, 1988).

In conclusione l’Associazione Differenza Donna chiede che venga dichiarata la responsabilità penale del Talluto per tutti i reati a lui contestati e di conseguenza che venga condannato al risarcimento del danno non patrimoniale subito dall’Associazione stessa che si indica in complessivi euro 30.000.  Tale somma sarà utilizzata per finanziare una campagna di informazione sulle malattie sessualmente trasmissibili e di educazione sessuale tesa a sradicare le costruzioni patriarcali nelle relazioni sessuali fondate sul dominio e la sopraffazione, così come raccomandato dall’osservatorio ONU sulla prevenzione dell’HIV e AIDS nei confronti delle donne.

Attendiamo Decisione di primo grado.

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