PROGETTO
DAMMI LA MANO
L’Associazione Differenza Donna, con il Progetto Dammi la mano, realizzato con il sostegno della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per le politiche della famiglia, vuole contribuire all’emersione del fenomeno dei bambini e delle bambine vittime di crimini domestici, come la violenza diretta su di loro, quella “assistita”, a cui assistono in ambito familiare, fino al rimanere orfani e orfane, quando la madre è uccisa per mano del padre violento o da un uomo a lei collegato. Il Progetto intende intervenire per prevenire il fenomeno e sostenere, nel breve e nel lungo termine, il benessere dei/lle minori e favorire buone pratiche di percorsi che ne possano garantire la giusta protezione, l'adeguato sostegno e la stessa fuoriuscita da ogni forma di violenza.
Il contesto:
Le conseguenze dei crimini domestici che colpiscono bambine e bambini da tempo non sono più considerate come danni minori, occasionali o collaterali. Se ne riconosce a livello di studi specialistici la valenza strutturale strettamente connessa al permanere di una cultura patriarcale e prevaricatrice che considera i diritti delle donne e dei figli/e come elementi trascurabili e secondari nell’ambito di relazioni familiari violente. L’affermarsi del riconoscimento pubblico della violenza assistita è cresciuto parallelamente al diffondersi delle iniziative delle associazioni femminili nella tutela delle donne che subiscono violenza domestica e che quotidianamente difendono il loro benessere anche nelle Case Rifugio e nei Centri Antiviolenza.
L’attenzione e la sensibilità su questi gravi aspetti che riguardano i/le minori si è così sviluppata anche grazie all’incontro dei saperi e delle istanze degli operatori pubblici e privati, della ricerca sociale, delle istituzioni internazionali a tutela delle donne e dei minori. In particolare, il Progetto Dammi la mano, proprio in base alla rilevazione dei danni subiti dai figli e dalle figlie, intende intervenire per mettere in evidenza lo stretto collegamento tra la violenza subita dalle madri e le gravi conseguenze di tipo comportamentale, psicologico, fisico, sociale e cognitivo sui figli e sulle figlie che vi assistono, danni che si protraggono anche nel lungo termine. Il Progetto intende sottolineare questo elemento cruciale ancora non considerato come dato acquisito da diversi settori dei servizi sociali, né da ampi settori dell’opinione pubblica, affermando la netta differenza in caso di violenza intra familiare sulle modalità di considerazione della bi-genitorialità. Differenza Donna è consapevole della difficile emersione e della minimizzazione della violenza a cui i/le minori assistono tra le mura domestiche e ritiene che in realtà esista una quantità “sommersa” di minori che subiscono violazioni dei diritti fondamentali, silenziosamente, ogni giorno.
Le esperte e le operatrici di Differenza Donna hanno maturato una profonda consapevolezza circa i danni subiti dai/lle bambini/e che vivono un maltrattamento in famiglia, “espropriati” della loro infanzia e vulnerabili. Il Progetto Dammi la mano intende sostenerli nelle loro vite per promuovere il loro benessere e valorizzare le loro persone, proponendo interventi precoci di elaborazione e sostegno per proteggerli dall’ alto rischio di disturbo da stress post-traumatico e favorire la loro rinascita e resilienza.
Gli orfani e le orfane speciali:
Le minori e i minori che rimangono orfane e orfani in seguito a femminicidio della madre sono anche chiamati “orfani e orfane speciali”. Subiscono l’uccisione della madre per mano del padre o di un uomo a lei collegato, e improvvisamente si ritrovano soli in una condizione drammatica. Le stesse famiglie della madre, le più vicine, travolte dal trauma, spesso non sono in grado di accoglierli e sostenerli. Lo stesso stigma che si abbatte sulla famiglia allargata pone i/le minori, i soggetti più deboli, in uno stato di disagio psico-sociale elevato.
Il lutto subito è solo una parte del dolore a cui queste/i bambine/i sono esposte/i. Questo è amplificato dalla problematica per l’affidamento, dall’insicurezza psicofisica che li coglie di sorpresa. Nella maggior parte dei casi devono abbandonare la casa, il loro ambiente, la scuola venendo trasferiti là dove decideranno gli adulti di riferimento. In molti casi subiscono un'ulteriore non considerazione quando nei procedimenti giudiziali, per motivi di quantificazione della pena dell’assassino, si indaga dove si trovasse il/la bambino/a durante gli atti di violenza perpetrati.
Il Progetto Dammi la mano vuole intervenire per loro con percorsi specifici per sostenerli con una metodologia ideata sulla base di un’esperienza più che ventennale e che mira ad attivare una loro resilienza reale affinché ciascuno/a, senza soluzioni precostituite o settoriali, abbia l’opportunità di trovare soluzioni adatte a sé stesso/a e ai/lle caregivers che si prendono carico degli orfani e delle orfane.
La finalità ultima del Progetto è quella di tenere assieme accoglienza, protezione, sostegno, prevenzione, sensibilizzazione, formazione e così contribuire a quella trasformazione sociale e culturale necessaria affinché “non accada mai più”.
L’intenzione è quella di richiamare l’intera società ad assunzione di responsabilità nei confronti dei/lle minori privati/e dei fondamentali diritti necessari alla loro crescita e alla loro possibilità di contributo di futuri adulti e adulte alla comunità stessa, costruendo, assieme a tutti gli attori coinvolti, percorsi di buone pratiche per mettere a sistema le suddette finalità in una prospettiva strutturale.
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