Cosa sono le Mutilazioni dei Genitali Femminili?
Con l’espressione Mutilazione dei Genitali Femminili (MGF) si fa riferimento a tutte le forme di rimozione - parziale o totale - dei genitali femminili esterni o altre modificazioni effettuate agli organi genitali femminili per ragioni culturali o altre ragioni non terapeutiche.
Le MGF sono una grave violazione dei diritti umani delle donne, delle ragazze e delle bambine.
Consistono infatti nella rimozione parziale di un organo sano (la clitoride) e a volte anche delle piccole labbra. Nella forma più invasiva, che va sotto il nome di infibulazione, le grandi labbra sono incise e parzialmente suturate, riducendo l’apertura vaginale a un piccolissimo buco, con gravi conseguenze per i rapporti sessuali e per il parto. Anche nella forma più lieve (ad esempio il pricking che consiste nella compressione della clitoride e delle piccole labbra o in altre pratiche come piercing, incisione, raschiatura e cauterizzazione) si interviene su un organo sano e altamente sensibile, a differenza dalla circoncisione maschile, in cui si incide soltanto su un lembo di pelle, non su un organo o un muscolo.
Quali sono le complicazioni delle MGF sulla salute?
Problemi fisici:
- Cicli dolorosi
- Difficoltà e dolore nell’urinare
- Infezioni delle vie urinarie
- Impossibilità o difficoltà a sottoporsi ad esame vaginale
- Dolore o impossibilità di avere rapporti sessuali
- Cicatrici vaginali
- Restrizione della vagina
- Ridotto/annullato piacere sessuale
- Problemi durante il parto, rischio di cesareo e di nascita prematura
- Rischio di grave emorragia e di morte post parto a causa della difficoltà di ricicatrizzazione del taglio subìto con la mutilazione
Problemi psicologici e relazionali:
- Disistima
- Depressione
- Ansia
- Disturbo post-traumatico da stress
- Altri disagi psicologici (per esempio: paura, sfiducia e rabbia nei confronti dei familiari, comportamenti autolesionisti, disturbi psicosomatici che limitano la possibilità di gravidanza, ecc.)
Dove si praticano e per quali ragioni?
Le MGF sono diffuse principalmente in 28 paesi dell’Africa Sub Sahariana, ma sono presenti anche in Oman, in Yemen e in Indonesia (vedi MAPPA).
Le donne e le ragazze che hanno subìto MGF o sono a rischio di subirle vivono in tutti i paesi del mondo, anche in Italia e in Europa.
Nelle comunità dove la pratica è diffusa si ritiene che una ragazza che non è stata sottoposta a MGF non possa sposarsi, avere figli e condurre una vita rispettabile. Il taglio della clitoride proteggerebbe la ragazza dalle eventuali conseguenze negative di un "appetito sessuale" incontrollato e promiscuo che poi potrebbe ledere le sue prospettive matrimoniali o causare il suo ripudio, nel caso in cui sia già sposata.
Nonostante la pratica sia oggi vietata in quasi tutti i paesi africani dove è diffusa e in moltissimi paesi di immigrazione, compresa l’Italia, le MGF continuano a essere perpetuate perché sono sostenute da una complessa pluralità di fattori religiosi e/o culturali e soprattutto perché sono percepite come una norma sociale il cui scopo viene presentato come positivo per le donne stesse.
Per affrontare il fenomeno è quindi necessario mettere in discussione tali convinzioni, perché in realtà è ampliamente dimostrato che le donne e le ragazze che non hanno subìto la pratica possono non solo sposarsi, avere figli sani ed essere rispettate, ma hanno anche la possibilità di non soffrire, di vivere meglio e di amare e rispettare i propri mariti. Non subendo dei traumi e delle complicazioni sanitarie, possono studiare e trovare un buon lavoro per contribuire all’economia del nucleo familiare, senza incorrere in costosi e rischiosi problemi di salute.
Mutilazioni dei Genitali Femminili e Protezione Internazionale:
Per tutti questi motivi la pratica è oggi riconosciuta dall’UNHCR, Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, come una forma di persecuzione contro un gruppo specifico – le donne, le ragazze e le bambine – che può causare la morte o una situazione protratta di danno, e dunque può essere motivo di concessione della protezione internazionale.
Anche la Convenzione di Istanbul sulla violenza contro le donne e il decreto legislativo 18 agosto 2015 n. 142 di attuazione delle direttive “Accoglienza” della UE (Dir. 2013/33/UE) e “Procedure” (dir. 2013/32/UE) indicano le donne che hanno subìto MGF o le ragazze e le bambine a rischio di MGF come destinatarie di protezione internazionale.
Nel caso delle bambine o delle ragazze, la protezione può essere richiesta dai genitori e/o tutori ed essere quindi estesa anche a chi effettivamente ha la tutela della bambina o della ragazza minore di 18 anni.
Possono chiedere la protezione internazionale anche le/gli attiviste/i che si battono per l’abbandono delle MGF e che possono dimostrare di essere perseguitate/i in conseguenza del loro attivismo.
Le MGF inoltre costituiscono un reato per la legge italiana punibile con la reclusione da 4 a 12 anni (art. 538 del Codice Penale).
Dove posso trovare assistenza, cure e supporto?
- Per avere assistenza e cure di tipo medico-sanitario, in Italia puoi rivolgerti presso i consultori, gli ospedali, i presidi medici di base. Questi servizi sono gratuiti e vengono erogati anche a una donna, una ragazza o una bambina senza permesso di soggiorno o altri documenti validi. Dal momento che le MGF sono una grave lesione e possono avere gravi conseguenze per la salute e la vita della persona che le subisce, il Sistema Sanitario Nazionale è tenuto a prestare soccorso a tutte coloro che ne hanno bisogno.
- Per avere protezione e sostegno, in Italia puoi rivolgerti ai Centri Antiviolenza presenti sul territorio, dato che le MGF costituiscono una forma grave di Violenza di genere.
Presso i Centri Antiviolenza potrai fruire dei seguenti servizi:
- Percorsi di accompagnamento per la conoscenza dei diritti e dei servizi (alfabetizzazione ai diritti ed empowerment).
- Consulenza e assistenza legale gratuita per:
- presentare la richiesta di protezione internazionale per te stessa e per una bambina o una ragazza sotto la tua tutela;
- evitare che tua figlia o un'altra bambina/ragazza/donna sia sottoposta o ri-sottoposta alla pratica (in Italia, infatti, anche una donna che ha già subìto MGF può chiedere di essere protetta, dal momento che, per esempio per un parto, dovrebbe essere "riaperta", rischiando prima un'emorragia grave).
- Accoglienza e sostegno emotivo, relazionale, psicosociale e culturale: le operatrici formate che lavorano nei Centri Antiviolenza, se necessario con il supporto di mediatrici culturali e donne interpreti, possono aiutarti a decidere cosa fare, per il tuo bene e/o per il bene di tua figlia, in modo da garantire una vita serena, libera dalla minaccia della violenza delle mutilazioni e dai ricatti e dalle pressioni della famiglia. Se è necessario, i Centri Antiviolenza possono aiutarti a costruire nuove relazioni sociali e a iniziare percorsi di inserimento socio-economico che ti consentano autonomia e sicurezza. Potrai parlare con tantissime donne, anche della tua stessa cultura di origine: donne che hanno scelto di chiedere protezione e servizi per le conseguenze delle MGF, donne che hanno scelto di tutelare le loro figlie da queste pratiche dannose.
- Ospitalità in Case rifugio per te, le tue figlie e i tuoi figli, se non puoi più stare nella tua famiglia o comunità, perché vogliono imporre le MGF a te o a tua figlia. In Italia possono offrirti ospitalità molte associazioni che gestiscono Case Rifugio, dove potrai trovare vitto, alloggio e cure se sei costretta a scappare di casa per proteggere te o le tue figlie dalla violenza di genere.