Intervista all’Avv. Simona Napolitani di Differenza Donna sul Ddl Pillon.
In questi giorni si sta parlando, con una certa frequenza, del Ddl Pillon che contiene nuove proposte in merito all’affidamento dei minori. Si tratta di un’iniziativa pericolosa per il benessere dei bambini, figli di genitori in procinto di separazione o divorzio.
In sostanza il fine di questa proposta è chiaramente quello di abolire l’assegno perequativo da versare al genitore collocatario dei figli e meno facoltoso economicamente; oltre che eliminare il principio dell’assegnazione della casa coniugale al genitore collocatario.
Segue l’intervista che Radio Cusano ha rivolto a Simona Napolitani, Avvocata di Differenza Donna, nella quale ha espresso alcuni principi ben chiari:
A – I numeri delle separazioni confermano in maniera evidente che il genitore prioritariamente collocatario è la madre. Questa tendenza ha un preminente significato culturale che non può e non deve essere ignorato da una proposta di legge in materia.
B – Manca in Italia lo Stato Sociale che dovrebbe integrare ed aiutare le donne ad entrare nel mondo del lavoro, grazie a sostegni che vadano nel senso di alleggerire i compiti di cura della casa e dei figli, al fine di consentire alle Donne – ancora oggi relegate allo svolgimento di tali incombenze – di avere più spazi e più opportunità per entrare nel mondo del lavoro. Questa proposta di legge nulla dice al riguardo, restando così assolutamente sguarnita e zoppa rispetto ad una questione fondamentale.
C – Chi ha scritto questa proposta mostra di non sapere che i minori, già esposti alla separazione dei genitori, hanno assoluto bisogno di stabilità e sottoporli a stancanti turnazioni da una casa all’altra, semmai anche distanti, procurerebbe loro disagi nella crescita e nello studio.
D – Parlare di mediazione obbligatoria è una contraddizione in termini, che può essere proposta solo da chi non conosce i principi fondamentali della mediazione familiare.
Queste sono solo alcune preliminari considerazioni che saranno sempre più ampliate ed approfondite nel caso in cui questo improponibile Ddl dovesse proseguire il suo cammino, nei termini proposti.
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D.i.Re invita in piazza a Roma il 10 novembre per una mobilitazione generale donne e uomini della società civile, del mondo dell’associazionismo e del terzo settore, gli ordini professionali e i sindacati e trasversalmente chi ritiene urgente in questa complessa fase politica ripristinare la piena agibilità democratica e contrastare la crescente negazione dei diritti e delle libertà a partire dalla libertà delle donne. Leggi il Comunicato di D.i.Re