Studi di settore

Nell’ambito del Progetto Sebben che siamo donne – La Violenza Economica Come Violazione Di Diritti (2018-2020), finanziato dal Dipartimento Pari Opportunità presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, Differenza Donna ha realizzato una ricerca-azione con lo scopo di iniziare un percorso di studi volto ad una maggiore comprensione e chiarezza del fenomeno della violenza economica.

Grazie alle diverse azioni di progetto, come gli iniziali incontri peer to peer tra le operatrici dei Centri Antiviolenza, l’analisi sulla percezione della violenza economica, la realizzazione di Focus Group con donne che hanno subito violenza economica è stato possibile mettere a punto uno strumento di analisi della violenza economica rivolto alle donne accolte presso i Centri Antiviolenza gestiti da Differenza Donna e a disposizione delle operatrici specializzate dei CAV e delle CR di Differenza Donna (Questionario “Screening sulla violenza economica”).

Tale metodologia è stata volta sia a conoscere meglio il fenomeno della violenza economica all’interno della violenza domestica, sia ad aumentare la consapevolezza delle donne sulle violenze subite attraverso l’autovalutazione della propria situazione.

Il campione di donne coinvolto corrisponde a 284 donne.

Tra i risultati maggiormente significativi:

  • aver compreso che c’è una bassa conoscenza in merito da parte di operatori/operatrici delle Istituzioni e una bassa consapevolezza della società civile e quindi anche delle donne;
  • aver facilitato il riconoscimento delle situazioni di violenza economica e di essere in grado di valutarne il rischio di escalation da parte delle operatrici specializzate all’accoglienza dei Centri Antiviolenza e delle Case Rifugio e da parte delle donne;
  • aver verificato la qualità delle risposte normative e sociali già esistenti;
  • individuare raccomandazioni e buone prassi per affrontare la complessità del problema.

Dala ricerca è chiaramente emerso che la violenza economica è una forma di violenza difficilmente riconoscibile dalla nostra società e quindi dalle donne, e poco denunciata. Solo una bassissima percentuale di donne fa esplicito riferimento durante il primo contatto di aver subito una qualche forma di violenza economica (20%). Dall’approfondimento durante i colloqui strutturati con le operatrici il dato sale incredibilmente (80%). A dimostrazione del fatto che la violenza economica non viene immediatamente riconosciuta/considerata nella sua forma specifica dalle donne che la subiscono.

“Sebben che siamo donne” è stato un progetto preliminare che aspira ad essere riconosciuto per la volontà di approfondire e riflettere su un fenomeno sommerso e non facilmente riconoscibile come quello della violenza economica, che non rappresenta una forma minore di violenza, ma è semplicemente l’espressione meno nota della violenza domestica.