Violenza sulle donne con disabilità
VIOLENZA SULLE DONNE CON DISABILITÀ
La condizione di violenza subita dalle donne all’interno delle relazioni di genere produce in loro sofferenza, discriminazione, esclusione dai diritti. E questo a tutti i livelli: fisico, psicologico, socio-economico. Facendo esperienza nei Centri antiviolenza e presso le Case Rifugio con donne che decidono coraggiosamente di uscire da questa condizione, Differenza Donna ha incontrato donne che hanno subito discriminazioni multiple: sono donne con disabilità, già impegnate nel duro lavoro per conquistare diritti, spazi e riconoscimento per le loro condizioni.
Per loro e per tutte Differenza Donna ha assunto l’impegno di un accompagnamento specifico nel riconoscimento della loro condizione e ha attivato un percorso di consapevolezza e formazione sul tema.
Lo studio e la ricerca
Alla base del lavoro con le donne portartici di discriminazioni multiple, l’Associazione da sempre sostiene la necessità di azioni basate su studi e ricerche che portino alla luce le loro specificità. Così da evitare approcci di tipo assistenzialistico molto diffusi nei loro riguardi e ribaltare la narrazione di persone “incapaci” a cercare e reclamare i propri diritti e la propria dignità.
Già dal 2012 dall’intuizione che riguardo alle donne con disabilità che subiscono violenza non esistessero studi e ricerche specifiche, alcune socie hanno avviato una ricerca sul campo chiamata AURORA. L’obiettivo è stato considerare il punto di vista dei Care-givers rispetto alle discriminazioni multiple e la violenza subita. La ricerca ha portato a raccogliere dati quanti-qualitativi rispetto la tipologia di utenza a cui ci si rivolgeva, in particolare all'utenza femminile con e senza disabilità, le conoscenze dell'operatore circa la violenza di genere, la sua percezione di eventuali analogie/differenze nel caso in cui la violenza aveva per vittime donne disabili e non, le tipologie di interventi messi in atto, cosa l'operatore pensava circa le risposte esistenti e circa i bisogni e le necessità che dovevano essere oggetto di approfondimento; e grazie alla relazione instaurata tra intervistatrice e intervistato/a durante la ricerca, un altro obiettivo era quello di favorire lo scambio di conoscenze e l'emersione del fenomeno della violenza di genere, creare i presupposti di rete al fine sia di poter entrare in contatto con donne disabili vittime di violenza, sia di identificare e creare le basi per collaborazioni di invio future. –
Nel 2013 viene organizzato un Convegno per riflettere sul fenomeno ma anche per lanciare i risultati della Ricerca AURORA.
Nel 2016, in collaborazione con l'Università del Kent (UK) Dipartimento di Psicologia sociale, Differenza Donna lancia la pubblicazione autofinanziata sulla percezione sociale degli operatori sociali e sanitari riguardo alla violenza di genere contro le donne con disabilità e rende pubblici i primi dati sul fenomeno con un ConvegnoFERITE DIMENTICATE.
Nel 2017 l’Associazione risponde alla call della Special Rapporteur sui diritti sessuali e riproduttivi delle persone con disabilità dell'Alto commissario delle Nazioni Unite, contribuendo con i propri dati all’emersione del fenomeno. Differenza Donna è l’unica Associazione di donne che risponde per l’Italia sul quesito posto dalla Rapporteur: “La salute sessuale e riproduttiva e i diritti delle ragazze con disabilità". Il lavoro di Differenza Donna è presentato alla 72ª Assemblea generale delle Nazioni Unite (https://www.ohchr.org/EN/Issues/Disability/SRDisabilities/Pages/ReproductiveHealthRights.aspx).
Nello stesso anno nasce la collaborazione con la fotografa Belinda Mason che ha fatto il giro del mondo per il suo progetto fotografico sulla violenza di genere su donne con disabilità. Venuta a conoscenza del lavoro con le donne portato avanti dalla nostra Associazione nei percorsi di rielaborazione della violenza, porta alla 72ª Assemblea Generale delle Nazioni Unite le foto delle donne con disabilità da noi accolte e ospitate.
Fra il 2017 e il 2018 l’Associazione vince il bando di un progetto del Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri che mira a potenziare le azioni dei Centri Antiviolenza e delle Case Rifugio sia quantitativamente che qualitativamente anche quelle rivolte a sostegno delle donne con disabilità (Progetto ADELE).
Nel 2018 l’Associazione lancia il progetto V.E.R.A - VIOLENZA EMERGENZA, RICONOSCIMENTO E SENSIBILIZZAZIONE in collaborazione con FISH - Federazione italiana per il superamento dell'handicap che ha operato adottando i seguenti strumenti:
1) un questionario rivolto a donne con disabilità residenti in Italia. Il questionario è rimasto online per un anno a partire dal 24 ottobre 2018 sul sito di Fish - Federazione italiana dell'handicap, che ha collaborato per la sua diffusione e per la costruzione del relativo database. Fino ad oggi hanno risposto500 donne;
2) produzione di un video di sensibilizzazione basato sulle storie di 3 donne con disabilità sostenute da Differenza Donna per una vera ed effettiva uscita dalla violenza. Il video è disponibile al seguente link: https://www.youtube.com/watch?v=JCWWGowqTKQ
La metodologia e l’operatività dell’Associazione
Sui temi della violenza di genere e sul complesso tema della violenza di genere su donne con disabilità non si può improvvisare una metodologia rispettosa ed efficace senza analisi e studi specifici adattati ad un’ottica di genere necessaria a svelare le difficili problematiche.
L’ evento della violenza subita è traumatico quanto di più travolgente, inevitabile e spaventoso che una persona possa vivere; comporta la perdita di controllo e va al di là di ciò che normalmente una persona è pronta a gestire. Può essere un evento è traumatico quando danneggia così tanto qualcuna che non crede di poter continuare a vivere.
Le "reazioni alla sopravvivenza" sono automatiche e differenti da donna a donna e non riconoscerle può costringere quella donna a continuare a rivivere quell’esperienza per sempre; oppure può non riconoscere quella come violenza e anche a non essere creduta quando dice dell’accaduto. Spesso è sottoposta alla così detta seconda vittimizzazione che porta a farle sentire che non ha via d’uscita.
La decodifica di questa condizione è complessa e delicata. Per decodificare la violenza su donne con disabilità si è dovuto integrare la metodologia dell’Associazione con altri tipi di risentimenti: come l’impotenza appresa, la percezione del corpo delle donne come asessuato o ipersessualizzato.
Differenza Donna accoglie ed ospita tutte le donne vittime di violenza in pericolo di vita nei propri centri e case rifugio insieme alle donne vittime di discriminazioni multiple.
Grazie alla sua esperienza, Differenza Donna ha sviluppato una strategia di intervento in più fasi in grado di far emergere e affrontare il fenomeno vissuto dalle donne che anche non riescono a raggiungere i Centri. Nasce così Lo Sportello itinerante di Differenza Donna, unico in Italia, che si riferisce alle donne vittime di violenza di genere con disabilità fisiche, cognitive/intellettive o sensoriali sia congenite e/o successive alla violenza che hanno sofferto, sia alle loro famiglie/ partner, caregiver ecc… quando gli autori degli abusi non provengono da quei contesti.
Per dar voce alle donne con disabilità sul tema della violenza, si sviluppano le seguenti azioni:
Focus Group utili a far emergere e a far prendere consapevolezza della violenza;
Sostegno psicologico per la rielaborazione della violenza subita;
Sostegno legale;
Ospitalità in casa rifugio in caso di pericolosità;
OSSERVATORIO SULLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE CON DISABILITA’
Nel 2018 l’Associazione lancia l’OSSERVATORIO SULLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE CON DISABILITA’, uno strumento di monitoraggio per la rilevazione e l’emersione della violenza su donne con disabilità.
Obiettivo primario dell’Osservatorio è quello di raccogliere e restituire i dati emersi sul fenomeno della violenza di genere su donne con disabilità, ogni anno nel mese di novembre. Questo permetterà di conoscere meglio i meccanismi della violenza e di implementare gli strumenti di contrasto.
Un altro obiettivo è quello di intervistare le “testimoni privilegiate” per capire quali barriere culturali, stereotipi e pregiudizi incontrano nel momento in cui denunciano la violenza subita. Ciò per rendere pubblico e far emergere gli ostacoli culturali, sociali e politici all’emersione della violenza di genere su donne con disabilità
L’Osservatorio vuole essere uno strumento per monitorare e, se necessario, denunciare disservizi, sottovalutazioni, inadeguatezze, indifferenze, carenze, ecc. ma anche promuovere una cultura di genere nella società civile e presso gli interlocutori istituzionali. Questo strumento è pensato per realizzare una valorizzazione delle risorse ed una promozione di quelle misure che rendono le donne con disabilità più consapevoli della violenza subita, e facilitarle nella difficile gestione della vita quotidiana.
La logica che ha guidato e guida “l’erogazione dei servizi” (pubblici e del volontariato) deve essere integrata ad una logica più nuova di promozione delle risorse, che sappia trasformare le donne da semplici fruitrici a protagoniste attive del loro percorso di uscita dalla violenza.
Infatti per la prevenzione diffusa del fenomeno è necessaria la crescita ed il rafforzamento del tessuto sociale e delle sue potenzialità positive.